
è a lui che faccio visita perché oggi è libera la via per non farsi notare e già mi risuona in gola l’eco a tuono dei miei passi sulle scale
io non riesco più non riesco più a distinguere se è bene o male starò ferma sulla soglia dell’ignavia poi mi farà entrare
perpetuando l’inganno che quel che resta di noi che non basterà mai siano cocci da ricomporre in un’unità che è indivisibile
e lì, la mano scivola sotto il vestito a righe un brivido da liceale ma a volte sibila che sa che mi può avere senza dover domandare
è sicuro ormai sicuro di sapersi sempre districare sulla linea che ha tracciato e che ho accettato senza mai esitare
mi sistemo i capelli e quel che resta di me che intravedo nel vetro son cocci da ricomporre in un’unità che è indivisibile
© ℗ f m 2015
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