camminavo tra il grano in un campo che qualcuno aveva reso eterno ed avevo nel cranio visioni da (x,y) nell'universo
con il cielo stellato sopra di me e l'anarchia morale dentro io mi sono fermato a schizzare con lo sguardo cerchi senza centro...
su, sempre più su! (ma è più poi che prima l'infinito)
e sotto il Grande Carro mi sento insondabilmente perso nel contare fino a tredici miliardi e mezzo salto fino al principio ed avverto la vertigine di ogni mio riferimento ...cos'era "prima" del tempo?
ogni alba ci porta apocalissi con la a minuscola nell'illusione ottica che l'orbita dell'esistenza si fermi quaggiù...
ma io sono quaggiù e non è dato per me l'infinito
sotto il Grande Carro mi sono insondabilmente perso nel sognare oltre tredici miliardi e mezzo la vertigine è il mio solo riferimento all'origine del tempo
e la mente si arrende ai confini di questioni senza rimedio comode le pupille si rifugiano nell'infinitamente medio
© ℗ f m 2010
|