Passi sulle scale
da Mind the Gap (2014/15)
Un’attraente ragazza tira fuori lo specchietto dalla borsetta e si trucca nervosamente. Nel suo cuore spezzato sa che non dovrebbe andare dove sta andando.
È a lui che faccio visita
perché oggi è libera la via per non farsi notare.
E già mi risuona in gola
l’eco a tuono dei miei passi sulle scale.
Io non riesco più
non riesco più a distinguere se è bene o male.
Starò ferma sulla soglia dell’ignavia
poi mi farà entrare.
Perpetuando l’inganno
che quel che resta di noi
che non basterà mai
siano cocci da ricomporre in un’unità
che è indivisibile.
E lì, la mano scivola
sotto il vestito a righe un brivido da liceale.
Ma a volte sibila
che sa che mi può avere senza dover domandare.
È sicuro ormai
sicuro di sapersi sempre districare
sulla linea che ha tracciato
e che ho accettato senza mai esitare.
Mi sistemo i capelli
e quel che resta di me
che intravedo nel vetro
son cocci da ricomporre in un’unità
che è indivisibile.