L’io narrante
da Mind the Gap (2014/15)
Su un vagone della metropolitana, in una sera autunnale, il sottoscritto osserva le persone attorno a lui. Ognuno è sovrappensiero ed evita qualsiasi contatto visivo. La voce nello speaker suggerisce di ‘fare attenzione alla distanza’, e l’album viene concepito.
Impacchettate dentro scatole
vedo api in uno sciame
ognuna verso il suo alveare, senza una regina
e ho l’impressione che ogni faccia abbia una storia da gridare
che rimbomba silenziosa in un presente che non so.
Ed un filosofo pensava “l’uomo è animale sociale”
…se potesse pensare oggi esclamerebbe un “però”!
Chiudo allora il mio giornale
leggo gli sguardi vagare dove è la mente a portarli
e per un’ora lascerò
che l’io narrante parli di te
che sei distante.
Ed io…
apro allora il mio diario, scrivo
“la felicità è comunicare al contrario!”.
E per un’ora lascerò che
ogni riferimento a fatti o persone dal realesia puramente casuale.
Puramente, o forse no?
E l’io narrante parla di te
che sei distante
sul metrò che non c’è.
L’io narrante parla, parla di te
che sei così distante
a un metro da me.